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Le tecniche del satyagraha
Oltre alla teorizzazione filosofica e morale dellahmisa e del satyagraha, oltre che delle qualità che deve avere il combattente non-violento, Gandhi nella sua lunga storia di leader rivoluzionario (prima in Sud Africa, poi in India)ha teorizzato e sperimentato un'ampia varietà di tecniche di lotta rivoluzionaria non-violenta, cioè i modi con cui si mette in pratica la lotta per la verità:
Il "boicottaggio non-violento", che, nel caso della lotta per l'indipendenza indiana, consisteva soprattutto nel: non acquistare liquori e tessuti provenienti dall'impero britannico: non iscrivere i figli alle scuole inglesi: non investire i propri risparmi in titoli di stato britannici: non accettare incarichi militari e civili o titoli onorifici dall'amministrazione coloniale britannica. Il "picchettaggio non violento", che consiste nel formare gruppi di militanti non-violenti davanti all'ingresso dei luoghi di lavoro o di quelli in cui si svolgono attività boicottate per invitare le persone che si apprestano a entrarvi. Lo sciopero non-violento, ed in particolar modo l'Hartal, uno sciopero generale accompagnato da preghiera e digiuno. Le marce. Gli scioperi della fame o della sete (anche "fino alla morte"). Infine occorre ricordare una forma di protesta che, sebbene non sia stata inventata da Gandhi, è stata portata da lui alla ribalta internazionale, cosa che ne ha permesso in seguito l'adozione su larga scala da parte dei movimenti pacifisti: la disobbedienza civile.Aggiornato circa 5 mesi fa Edited by LiCla - 19/7/2015, 09:01
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