Saluto Al Sole

Ricordando Nino Manfredi

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CAT_IMG Posted on 9/6/2014, 11:38     +1   -1
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Le iniziative e gli eventi a dieci anni dalla morte Nino Manfredi:
la sua biografia e i suoi film



Era uno dei "quattro moschettieri" della commedia italiana, con Sordi, Gassmann e Tognazzi. Da giugno a novembre, da Roma a New York mostre e proiezioni ricordano i dieci anni dalla scomparsa del grande artista.

Era uno dei "colonnelli" della risata, insieme a Sordi, Gassmann e Tognazzi. Dieci anni fa si è spento Nino Manfredi, laureato che però si fingeva di umili origini, consacrato dal pubblico con le sue commedie sull'Italia della provincia degli anni Cinquanta.

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I primi passi



Orgoglioso di essere nato vicino a Frosinone (Castro dei Volsci nel 1921), Manfredi aveva studiato giurisprudenza e poi si era iscritto all'Accademia d'arte drammatica. Il debutto, nel 1947, in teatro. Pochi anni dopo inizia a lavorare come doppiatore: un mestiere durato un decennio. Nel frattempo, Manfredi torna sul palco con la compagnia di Wanda Osiris, per passare con la commedia musicale accanto a Delia Scala e Paolo Panelli, con i quali condusse la storica edizione '59-'60 di Canzonissima.

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Dal teatro al cinema



Fu "L'impiegato" di Gianni Puccini (1960) il primo film di spicco nella sua carriera, seguito da numerose interpretazioni nei film di costume anni '60 e '70: da "Anni ruggenti" (1962) di Zampa a "Il padre di famiglia" di Nanni Loy (1966), da "Vedo nudo" di Dino Risi (1969) a "Lo chiameremo Andrea" di De Sica (1972), da "Il giocattolo" di Montaldo (1979) all'ambizioso "Nudo di donna" (1981), avviato in co-regia con Lattuada e terminato in proprio. Ma i due ruoli a cui era più affezionato erano quelli in 'Pane e cioccolata' di Franco Brusati e prima ancora in 'Per grazia ricevuta', diretto da lui stesso nel 1970.

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Manfredi regista



Da regista, aveva girato "L'avventura di un soldato" nel 1962, episodio di "L'amore difficile", su testo di Italo Calvino. Il raconto di un incontro tra un militare e una ragazza (Franca Marzi) nello scompartimento di un treno. Intanto non aveva abbandonato il teatro, suo 'primo amore', portando sulle scene 'Rugantino' (1963) di Garinei e Giovannini, né la televisione, dando il volto a Geppetto nel "Pinocchio" di Luigi Comencini del '72.

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Mostre e film nel decennale



Dieci anni dalla morte, molte le proiezioni e le mostre in suo onore. Si inizia a Roma, con un grande concerto il 7 giugno di Roberto Gatto all'Auditorium Conciliazione. Il ricavato sarà devoluto in beneficienza. Il 14 giugno, a Castro dei Volsci verrà proiettato 'Per Grazia Ricevuta' e inaugurata una mostra nella Torre dell'Orologio. Bologna ricorderà il grande attore con una retrospettiva a giugno-luglio, mentre a settembre la 71/a Mostra del Cinema di Venezia ospiterà la proiezione del restauro digitale curato dal CSC dell'episodio "L'avventura di un soldato".

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In scena un inedito



La fase finale vedrà a Roma una mostra multimediale con oltre 140 stampe e inserti video in collaborazione con Rai Teche e la messa in scena di "Ma perche' Dio creo' il peccato?", un testo inedito di Manfredi a cura di Alessandro Benvenuti. L'omaggio a 'Nino!' si concluderà a New York e infine a Parigi, dal 26 al 30 novembre 2014, con una rassegna dei suoi film ospitata dallo storico Cinema Arlequin.

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Nino!



Si chiama Nino! il progetto che racchiude tutte le iniziative. I proventi delle celebrazioni di Nino! andranno alla onlus Viva la Vita per il sostegno dei malati di Sclerosi Laterale Amiotrofica.

“Questo Paese perde troppo spesso la memoria...ecco Nino Manfredi è una di quelle persone che non devono né possono essere dimenticate”. Per questo il suo caro amico Pippo Baudo si è “scomodato” a venire da Milano per partecipare in Campidoglio alla presentazione dell’omaggio al grande artista, organizzato in occasione del decennale dalla scomparsa.

Quanto accadrà in onore di Manfredi da maggio a novembre prossimi nasce dall’idea della nipote Sarah Masten col sostegno di nonna Erminia (Manfredi) e si chiamerà semplicemente Nino! ma avrà dimensioni extralarge, portando il ricordo dell’attore italiano nel mondo: dalla natia Castro dei Volsci a Roma, da Bologna a Venezia, da Parigi agli Usa. Rassegne di retrospettive con pellicole restaurate, una mostra multimediale, un concerto, uno spettacolo teatrale su un testo inedito di Manfredi, e svariate feste a partire da quella del 9 maggio a Los Angeles, nell’ambito delle iniziative culturali degli Academy of Motion Picture Arts & Sciences, ovvero gli Oscar. In tale occasione sarà proiettato Pane e cioccolata (1974) di Franco Brusati per i 40 anni dall’uscita.

La vera inaugurazione, però, è fissata per il 7 giugno, a pochi giorni dall’esatto anniversario della scomparsa (4 giugno 2004) a Roma con un grande concerto sulle musiche dei film interpretati da Nino, per la direzione del Maestro Roberto Gatti all’Auditorium Conciliazione. Al di là del considerevole elenco di iniziative che compongono Nino! ciò che colpisce è l’entusiasmo con cui queste sono state pensate e sostenute da svariati soggetti che hanno immediatamente aderito all’appello famigliare, fornendo a loro modo contributi “diversi” quanto la versatilità di Manfredi, che fu attore, regista, doppiatore, musicista, cantante, scrittore. Italian Trade Agency, Istituto Italiano di Cultura e Consolato Generale d’Italia di Los Angeles, Cineteca Nazionale, Centro Sperimentale, Cineteca di Bologna, Mostra del Cinema di Venezia, Rai Teche, Mediaset, Poste Italiane e tanti altri, e persino il caffè Lavazza di cui Nino fu indimenticabile testimonial per un ventennio, si sono virtualmente consociati attirati dalla simpatia che egli incarnò per tutta la sua vita/carriera.

Un affetto spontaneo percepito dalle testimonianze odierne, più o meno istituzionali. Se Baudo ha voluto evitare l’agiografia dell’uomo “che era tirchio – va detto – e aveva tanti difetti perché era autentico”, l’Assessore alla cultura della Regione Lazio Lidia Ravera non è stata da meno, rammentando come da bambina torinese si scoprì precoce ammiratrice di Nino Manfredi durante la trasmissione Canzonissima con Delia Scala. “Manfredi ha saputo intuire la tragedia sotto la commedia, l’orgoglio sotto l’umiltà, la malinconia sotto l’ironia. È stato un artista straordinario e sono felice che questa festa glocal lo possa degnamente ricordare”.

Tra i colleghi che omaggeranno Nino ci saranno anche Edoardo Leo (recitò nel 1998 insieme a Manfredi in Grazie di tutto, diretto dal figlio Luca Manfredi) e Alessandro Benvenuti a cui è stata affidata la regia del testo teatrale inedito scritto dal compianto artista. Da rilevare che alcuni proventi delle celebrazioni di Nino! andranno alla onlus Viva la Vita per il sostegno dei malati di Sclerosi Laterale Amiotrofica (SLA), associazione in cui Erminia Manfredi è attivamente impegnata.

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Biografia di Nino Manfredi (Castro dei Volsci (FR), 1921 - Roma,2004)



Più di cento film per il cinema, una quarantina di partecipazioni televisive, tre regie, dodici sceneggiature e tanto teatro. E' stato Geppetto, ladro, barista di Ceccano, emigrante, commissario, sottoproletario avaro, finto paracadutista, l'innocente perseguitato Girolimoni, padre di famiglia, fino a diventare Federico Garcia Lorca in "La fine di un mistero", film premiato al Festival di Mosca e riproposto da Venezia come omaggio all'attore insignito del prestigioso Premio Bianchi.

Saturnino Manfredi con il suo percorso artistico ha segnato a fianco di Vittorio Gassman, Ugo Tognazzi e Alberto Sordi un'intera stagione del cinema italiano.

Nato il 22 marzo 1921 a Castro dei Volsci (Frosinone)
, il grande attore ciociaro si laurea in giurisprudenza per compiacere i genitori ma subito dopo frequenta l'Accademia d'arte drammatica "Silvio D'Amico" a Roma.

Esordisce in teatro al Piccolo di Roma dove recita con quello che considererà sempre il suo maestro: Orazio Costa. Muove i primi passi tra Shakespeare e Pirandello al Piccolo di Milano, e in seguito collabora con il grande Eduardo De Filippo.

Nel 1956 compare in TV nello sceneggiato "L'alfiere" di Anton Giulio Majano, mentre nel 1958 è con Delia Scala fra gli interpeti di "Un trapezio per Lisistrata". L'anno successivo ottiene un clamoroso successo in "Canzonissima" (condotta assieme a Delia Scala e Paolo Panelli), con la sua celebre macchietta del barista di Ceccano.

Al cinema la sua figura non si impone subito. Dopo inizi poco esaltanti ottiene un discreto successo con "L'impiegato" (1959); sarà il teatro a riservargli le più importanti soddisfazioni. Nel 1963 è protagonista di una straordinaria edizione del "Rugantino", poi seguita, finalmente, da numerosi successi anche in celluloide, probabilmente propiziati dal traino della commedia teatrale: a partire dal capolavoro "L'audace colpo dei soliti ignoti" (di Nanny Loy, con Vittorio Gassman e Claudia Cardinale), a "La ballata del boia" e "Questa volta parliamo di uomini" (l'acrobatica prova in questo film di Lina Wertmuller gli vale un Nastro d'argento come migliore attore protagonista), da "Made in Italy" a "Operazione San Gennaro", da "Il padre di famiglia" a "Straziami ma di baci saziami", fino a "Vedo nudo" e "Nell'anno del Signore": tutti questi titoli lo vedono al massimo della forma.

Nel frattempo debutta anche dietro la macchina da presa con "L'avventura di un soldato", episodio de "L'amore difficile" (1962), tratto dall'omonima novella di Italo Calvino, cui seguiranno "Per grazia ricevuta" (1971) e "Nudo di donna" (1981): come attore avrà ancora modo di distinguersi in "Girolimoni" (1972) di Damiano Damiani, e nel televisivo, straordinario, "Le avventure di Pinocchio" (1972) di Luigi Comencini, tratto dal celeberrimo romanzo di Carlo Collodi. Qui, nel ruolo di Geppetto, offre una prestazione davvero superlativa, indimenticabile, infusa di luce mesta e commovente che la rende altamente drammatica.

Negli anni successivi il cinema lo chiamerà ancora, alla ricerca di quella maschera eclettica così rara nel nostro panorama artistico. Lo vediamo allora in "Brutti, sporchi e cattivi" (1976) di Ettore Scola, ne "La mazzetta" (1978) di Sergio Corbucci, ne "Il giocattolo" (1979) di Giuliano Montaldo o in " Spaghetti house" (1982) di Giulio Paradisi. Ruoli diversi che mettono in risalto il suo ventaglio espressivo.

Negli anni '80, prima della malattia che sembra avergli definitivamente stroncato la carriera, è tornato in teatro nei panni di autore-regista e interprete: ricordiamo "Viva gli sposi!" (1984) e "Gente di facili costumi" (1988).

Per il piccolo schermo è stato protagonista dei serial TV "Un commissario a Roma" e del fortunato "Linda e il brigadiere".

Dopo una lunga malattia Nino Manfredi è morto a Roma all'età di 83 anni il 4 giugno 2004.


Tanto Pe' Cantà





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Edited by LiCla - 13/6/2015, 17:15
 
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CAT_IMG Posted on 12/6/2014, 10:42     +1   -1

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Carissima francesina

Grazie di cuore, per questo stupendo reportage...una storia irripetibile e molto affascinante..di

qtesto ITALICO attore nostrano, ruspante...davvero una carriera straordinaria...di rara sensibilità

ciao grazie.

:un bacioi: :caffè buongiorno:



Edited by LiCla - 13/6/2015, 17:16
 
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CAT_IMG Posted on 12/6/2014, 13:46     +1   -1
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Meritatissimo omaggio a uno dei nostri più grandi e versatili attori che hanno attraversato buona parte del secolo appena trascorso...
Un attore in grado di interpretare sia ruoli comici sia drammatici senza perdere quella punzecchiante ironia che lo contraddistingueva.

Sono particolarmente affezionata a questo attore che mi è sempre piaciuto fin da bambina e che ho cercato di seguire nei suoi film.
Sublimi interpretazioni "Nel nome del papa Re" e "Nell'anno del Signore". Anche questi film destinati a passare alla storia del cinema italiano.

In modo particolare desidero ricordarlo nel ruolo di un molto veritiero Geppetto nel Pinocchio di Monicelli...
Solo un attore come lui era in grado di poter parlare con un pezzo di legno... :)
Troppo bravo!

Purtroppo gli italiani sono di memoria un po' corta... dimenticano presto... meno male che ogni tanto ci sono delle tv che li ripropongono, specie in estate :)

Grazie Francesina e LiCla per questo omaggio a Nino Manfredi!


:D :D :D :wub: :wub:
 
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