Saluto Al Sole

- "Bergoglio non è Papa". La teoria-thriller di Socci agita il mondo cattolico -

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CAT_IMG Posted on 11/10/2014, 11:39     +1   -1

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"Bergoglio non è Papa". La teoria-thriller di Socci agita il mondo cattolico

Nel nuovo libro, lo scrittore nega la validità dell'elezione di Francesco. Per questo il suo magistero è una delusione
Maurizio Caverzan - Ven, 03/10/2014 - 09:19


Il thriller vaticano è un genere che tira. Una nuova vena letteraria. Un filone di successo. Basta azzeccare gli ingredienti giusti e il caso è creato. Un buon titolo. Uno stimato autore con buon seguito di lettori.

Una potente casa editrice. Caso letterario? Caso teologico? Caso ecclesiastico? Forse tutti e tre insieme, bingo. Oppure nessuno: a volte mettere troppa carne al fuoco serve a non cuocerla bene e a tenersi la fame.

Non è Francesco è l'indovinato titolo del nuovo saggio di Antonio Socci, da oggi in vendita per Mondadori. Prima ancora del suo sbarco nelle librerie ha scatenato un putiferio di polemiche e, assicura Libero che ne ha anticipato stralci per due giorni di fila, già «agita il Vaticano». Di sicuro fa discutere i vaticanisti e gli osservatori più attenti del nuovo papato. Ieri sul Foglio , solitamente critico con Francesco, il vicedirettore Maurizio Crippa ha seccamente stroncato la nuova opera di Socci, archiviandola alla voce «ciarpame senza pudore», già coniata per tutt'altre vicende. Ce n'è abbastanza per alimentare nuovi fiumi di parole. Trame di corvi e complotti nei sacri palazzi hanno predisposto quote crescenti di cattolici, devoti, militanti, prelati e papa-boys ad appassionarsi all'ultimo giallo sotto il cupolone. I polpettoni di Dan Brown hanno fatto il resto.

Antonio Socci ha scritto in passato libri memorabili, in particolare raccontando la vicenda di «un padre nella tempesta» dopo l'improvvisa malattia che cinque anni fa ha colpito sua figlia Caterina. Oltre che una testimonianza di provata fede, è certamente una delle intelligenze più colte e raffinate della scena cattolica contemporanea. Ma mischiando dottrina e fantascienza complottarda, teologia e atmosfere thriller, se procedono in splendida solitudine anche le intelligenze migliori rischiano di toppare. Già nel precedente I giorni della tempesta , Socci aveva sostenuto, ricorrendo alle rivelazione di Maria Valtorta, che la salma di San Pietro non si trovasse sotto la tomba in Basilica, ma nella periferia romana dove ipotizzava che un futuro Papa avrebbe trasferito la sua residenza per stare più vicino alla gente comune. Ora in questo nuovo lavoro condensa le convinzioni che lo accompagnano da prima delle clamorose dimissioni di Benedetto XVI che, gli va dato atto, aveva anticipato sulle pagine di Libero . Purtroppo Socci non si è mai rassegnato ad accettarle per ciò che erano: il riconoscimento che le «forze, per l'età avanzata ( ingravescente aetate ) non sono più adatte per esercitare in modo adeguato il ministero petrino» (Benedetto XVI, 11 febbraio 2013 al termine del Concistoro). Ci ha intravisto sempre qualcos'altro e qualcosa di più che non si è mai ben capito cosa fosse. Forse, viziato da quel sospetto, Socci ha presto iniziato a prendere contropelo quasi tutto ciò che ha detto e fatto il successore di Ratzinger. A dire il vero, citando Elisabette Piqué, «una brava giornalista argentina», ha messo in discussione la validità stessa della elezione di Bergoglio al Soglio pontificio. Secondo la ricostruzione della Piqué contenuta in Francesco. Vita e rivoluzione , alla quinta votazione il cardinale scrutatore contò 116 foglietti anziché 115 come dovevano essere. «Sembra che, per errore, un porporato abbia deposto due foglietti nell'urna: uno con il nome del suo prescelto e uno in bianco, rimasto attaccato al primo». La votazione viene annullata «e si procede a una sesta votazione». Secondo Socci, che si appella all'articolo 69 del Regolamento per la elezione dei Papi, la votazione successiva doveva slittare al giorno dopo perché le votazioni possono essere solo quattro al giorno. E in una notte Bergoglio, che già nel Conclave dell'aprile 2005 risultò il secondo più votato dopo Ratzinger, avrebbe potuto essere giubilato. Così, appellandosi a queste norme, conclude «che l'elezione al papato di Bergoglio semplicemente non è mai esistita». Né più né meno.

E se l'elezione è nulla Bergoglio potrebbe «tornare nella pampa». Socci ne parla come di «una tentazione forse cresciuta di fronte agli enormi problemi di governo della Chiesa per i quali l'ex arcivescovo di Buenos Aires si scopre inadeguato, inadatto». Suffragata da una serie di lacune elencate dopo una breve premessa, la sentenza è senz'appello. «Ho sostenuto papa Francesco come potevo, per mesi, sulla stampa», scrive l'autore nel primo capitolo. Ma a un certo punto non ce l'ha più fatta. Troppe cose non lo convincono. A cominciare dal mancato «soccorso dei cristiani massacrati nel Califfato islamico del nord Iraq». Per proseguire con l'espressione «chi sono io per giudicare una persona» usata da Francesco per rispondere a chi lo interrogava in materia di rapporti e comportamenti omosessuali. Poi la consuetudine con Eugenio Scalfari, forse dimentico che anche Gesù si auto-invitava a casa di Zaccheo. Infine, la dichiarazione di Bergoglio di non voler «fare proselitismo», consapevole che il cristianesimo si comunica «per attrazione». Per tutto questo, Bergoglio non è Francesco. Non è Papa. Mentre lo è Benedetto XVI, che dopo le dimissioni non è tornato al precedente stato di cardinale. Il thriller apocalittico è servito. La realtà invece è nelle parole dello stesso Ratzinger che in una lettera autografa al teologo svizzero Hans Kung ha confidato: «Io sono grato di poter essere legato da una grande identità di vedute e da un'amicizia di cuore a Papa Francesco. Io oggi vedo come mio unico e ultimo compito sostenere il suo Pontificato nella preghiera».




Ferrara contro Socci: "Il tuo libro sul Papa ciarpame senza pudore"

Per Socci l'elezione di Francesco non è valida. Ma il giornale di Ferrara lo stronca
Luisa De Montis - Gio, 02/10/2014 - 12:38



Volano stracci tra Antonio Socci e Giuliano Ferrara. Il pomo della discorsia è il contenuto del nuovo libro dell'intellettuale cattolico “Non è Francesco”.

Per Socci, durante il Conclave che elesse Bergoglio sono state violate le norme della Costituzione apostolica Universi Dominici Gregis. E dunque l'elezione sarebbe "nulla". Ma il Foglio ha bollato tutto definendolo "ciarpame senza pudore". A massacrare il libro di Antonio Socci ci pensa Maurizio Crippa, che verga un commento durissimo sul quotidiano diretto da Giuliano Ferrara. "Un fanta-thriller, il plot puzza come un polpettone avvelenato, i bizzarri sceneggiatori hanno l'aria di essere i Bombolo e Cannavale della vaticanistica". E poi ancora: "Avessero eletto un suo preferito, uno dei cardinali tutti controcazzi e dottrina, avrebbe dormito sonni tranquilli".



Le Paoline non vendono il libro di Socci sul Papa L'autore: «Oscurantisti»
Serena Sartini - Sab, 11/10/2014 - 07:00


«Non intendiamo promuovere un libro la cui tesi non è ufficiale, né dimostrata. Ci sono accuse non fondate e il volume non serve a costruire dialogo».

Non usa mezzi termini suor Beatrice Salvioni, dell'ufficio nazionale delle Librerie Paoline, nel bocciare il libro di Antonio Socci Non è Francesco (Mondadori) in cui lo scrittore riferisce di una elezione non valida di Papa Bergoglio all'ultimo Conclave.

Le Paoline dunque, una delle case editrici cattoliche più famose e più diffuse su tutto il territorio, non fanno mistero nel boicottare il volume dello scrittore. «La nostra posizione è quella di non tenere il libro nelle nostre librerie Paoline - dice suor Beatrice al Giornale -. Abbiamo inviato una circolare a tutte le nostri sedi con questo invito. Non intendiamo promuovere un libro la cui tesi non è stata approvata e con accuse infondate. Il libro di Socci non serve a costruire dialogo».

Dall'ufficio comunicazione delle Librerie Paoline il volume Non è Francesco viene addirittura definito «integralista». «Non ci piace affatto - spiegano - e chiediamo alle nostre sedi di non tenerlo negli scaffali».

La scelta, in effetti, ricade su ciascuna libreria - che può dunque decidere di tenere qualche copia in vendita - ma l'indicazione di fondo è chiara. «Non siamo né bigotte né codine - prosegue suor Beatrice senza peli sulla lingua - ma non intendiamo sostenere una tesi di cui non abbiamo la prova certa e che non aiuta al confronto».

Per «vietare» la diffusione del libro di Socci nelle Librerie Paoline è stata inviata addirittura una nota informativa a tutti i punti vendita. «Credo che le nostre librerie, proprio perché espressione di un carisma ispirato al Vangelo - si legge nella circolare a firma della stessa suor Beatrice -, siano impegnate a diffondere cultura e non ad alimentare il “prurito di novità”, come dice San Paolo, anche se questo “prurito” porta qualche soldino. Credo che possiamo tranquillamente dire - a chi chiede questo titolo - il motivo della nostra posizione nei confronti del libro, certe che la chiarezza coerente di un impegno religioso e culturale sia il guadagno più vero».

L'autore non ci sta e ribatte con forza: «Mi sembra una censura ridicola - dice al Giornale -. Le Paoline vendono di tutto e si trovano anche libri che contestano dogmi fondamentali. Sono sicuro che suor Beatrice non ha letto minimamente il mio testo che è invece una difesa della dottrina cattolica e della Chiesa. La sua è una visione bigotta e oscurantista», prosegue lo scrittore, ricordando che nelle classifiche di questa settimana «al primo posto, nelle librerie cattoliche, c'è il mio volume. Ed è stato fuori solamente solo due giorni. È segno che il mondo cattolico è molto interessato».

Socci era già intervenuto sui social network per placare le polemiche. «Qualcuno - ha scritto - emulato poi da qualche ingenuo si è inventato che il mio libro Non è Francesco sarebbe stato presto ritirato dal commercio. È ovviamente una sciocchezza senza alcun fondamento. È in qualsiasi libreria».

Ma la contestazione circola sul Web, soprattutto da parte di molti cattolici che si rifiutano di credere alla tesi di Socci, secondo il quale l'elezione di Jorge Mario Bergoglio sarebbe invalida. E c'è chi, in confessione, chiede smarrito al sacerdote se le tesi di Socci siano giuste o meno.


 
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