Saluto Al Sole

Sgarbi Vittorio - L' Italia delle meraviglie. Una cartografia del cuore -

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CAT_IMG Posted on 21/12/2014, 17:53     +1   -1

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Sgarbi Vittorio - L' Italia delle meraviglie. Una cartografia del cuore


Descrizione


"Non c'è, probabilmente, nella storia umana e nella sua espressione attraverso l'arte, momento più alto e fervido d'invenzioni di quello che va dalla metà del Quattrocento alla metà del Cinquecento, da Piero della Francesca a Pontormo. A Firenze, e non solo a Firenze, ma a Venezia, a Ferrara, nelle Marche, in Sicilia, in Sardegna, in Friuli, in Lombardia, gli artisti danno vita a quello che è stato chiamato, con conferente definizione, 'Rinascimento'. Anche prima di quegli anni l'arte era stata sublime, ma Piero della Francesca la arricchisce di una intelligenza che trasforma la pittura in pensiero, in teorema, ben oltre le esigenze devozionali. Davanti alla Flagellazione di Urbino non è più sufficiente l'iconografia religiosa, e così davanti alla Annunciata di Antonello da Messina, alla Tempesta di Giorgione, all'Amor sacro e Amor profano di Tiziano, alla Deposizione di Cristo di Pontormo. Di anno in anno appaiono capolavori sempre più sorprendenti. Tra 1470 e 1475 la creatività dei pittori e degli scultori raggiunge vette inattingibili; ma sarà così, di quinquennio in quinquennio, fino alla metà del Cinquecento. Sono gli anni di Mantegna, Cosmè Tura, Botticelli, Leonardo, di Raffaello, di Michelangelo, ma anche di Giovanni Bellini, di Lorenzo Lotto, di Tiziano, di Correggio, di Parmigianino. Sono gli anni delle meraviglie, in cui l'artista si sfida, in un continuo superarsi..." (Vittorio Sgarbi) Introduzione di Furio Colombo. Postfazione di Gian Antonio Stella.

La recensione di IBS

“Chi ama l’Italia e soffre per lo spreco quotidiano di tanta bellezza, ricorda l’indignazione e l’amore con cui Sgarbi ha dato battaglia su certi paesaggi e tesori artistici da salvare”. Si conclude con queste parole la bella postfazione che il giornalista Gian Antonio Stella scrive per questo secondo volume di Vittorio Sgarbi. La nota si concentra sulla personalità dell’autore, cosa che sembra inevitabile per chiunque voglia approcciarsi alla sua opera, tanto più che Vittorio Sgarbi, per questo volume, firma una delle quarte di copertina più affascinanti di sempre. Un volume che ci rivela ancora una volta il critico d’arte, riottoso e indignato, che nelle sue continue peregrinazioni nei luoghi più remoti d’Italia ha saputo riportare alla luce grandiosi tesori, ma anche l’uomo Sgarbi, che della tutela del patrimonio ha fatto una missione, mentre della promozione, con mezzi televisivi e non, ne ha fatto un’arte.
Negli anni Novanta è entrato nelle case delle massaie italiane, abbattendo una storica distanza tra critica d’arte e cultura di massa, per condividere le gioie, lo stupore e le emozioni che possono dare un quadro, una scultura, un arazzo, una pala d’altare. Oggi troviamo le sue notazioni colte, il suo linguaggio forbito, il ritmo sincopato con cui sa introdurci nello scenario dell’arte in questo secondo volume dedicato ai tesori d’Italia. Un oggetto prezioso e riccamente illustrato in cui Vittorio Sgarbi, partendo dagli anni a ridosso del Rinascimento italiano, descrive quelli che possono essere considerati “Gli anni delle meraviglie”: il momento più alto e fervido d’invenzioni della storia umana, che va dalla metà del Quattrocento alla metà del Cinquecento.
Sono anni in cui la creatività dei pittori italiani raggiunge delle vette altissime, nel giro di un solo secolo compaiono dei capolavori sempre più sorprendenti, in una continua sfida da parte degli artisti a superare se stessi e i propri limiti. Un’affannosa ricerca del sublime che il noto critico ferrarese insegue a sua volta, percorrendo in lungo e in largo l’Italia centrale, cercando i tesori nascosti nelle rocche più remote dell’Umbria, della Tostana, del Lazio.
Vittorio Sgarbi ci descrive il Rinascimento italiano a modo suo, esaltando artisti meno noti, come Luca Signorelli e Bartolomeo della Gatta, e sottolineando le influenze che questi artisti ebbero sui grandi come Andrea Mantegna. Influenze impensabili, come quelle tra Piero della Francesca e Mondrian, ricostruzioni storiche e scoperte inedite: un volume che arricchisce le conoscenze di chi è già appassionato di arte ma al contempo illumina coloro che si approcciano allo studio del bello per la prima volta.
Grazie ad un notevole apparato iconografico, figure stampate su carta patinata che evidenziano particolari invisibili all’occhio poco avvezzo, seguiamo questo stupefacente corteo di colori e di gesti, e ci abbandoniamo alla febbre di bellezza che l’autore, inevitabilmente, sa contagiare.

 
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