Nel fondo dell'anima mi risuona un canto senza voce: un canto che vive alla radice del mio cuore.
Esso non vuole fondersi con l'inchiostro sulla pergamena; ammanta di trasparenza il mio sentimento e scorre, ma non sulle mie labbra.
Come posso esalarlo in sospiri? Temo che nell'aere terrestre si disperda; A chi posso cantarlo? Esso dimora nella casa della mia anima: ha paura che orecchie indelicate lo ascoltino.
Se mi osservo con l'occhio interiore vedo l'ombra della sua ombra; nel toccarmi la punta delle dita avverto le sue vibrazioni.
I gesti delle mie mani lo rispecchiano come un lago e' costretto a riflettere il luccichio delle stelle; le mie lacrime lo rivelano, come il brillio della rugiada rivela il segreto di una rosa che appassisce.
E' un canto scritto dalla contemplazione, e' proclamato dal silenzio, e' un canto che rifugge il clamore, e si amalgama alla realta', e' un canto che ritorna nei sogni ed e' composto dall'amore e' un canto che al risveglio si nasconde e risuona soltanto nell'anima.
E' il canto dell'amore; quale Caino o Esał potrebbero intonarlo? E' piu' fragrante del gelsomino; quale voce potrebbe asservirlo? E' rinchiuso nel cuore, come il segreto di una vergine; quali corde lo faranno vibrare?
Chi osera' accostare il ruggito del mare al canto dell'usignolo? Chi osera' paragonare l'urlo della tempesta al sospiro di un neonato? Chi osera' pronunciare le parole concepite per essere dette con il cuore? Quale uomo osera' dare voce al canto di Dio? Musica "Alone" di Ernesto Cortazar -