"...Noi esseri umani siamo quello che siamo stati per milioni di anni enormemente avidi, invidiosi, aggressivi, gelosi, disperati, con occasionali sprazzi di gioia e di amore. Siamo uno strano miscuglio di odio, paura e dolcezza; siamo contemporaneamente violenza e pace. C’è stato un progresso esteriore dal carro trainato dai buoi all’aeroplano a reazione, ma psicologicamente l’individuo non è affatto cambiato, e la struttura della società in tutto il mondo è stata creata da individui. La struttura sociale esteriore è il risultato della struttura psicologica interiore dei nostri rapporti umani, poiché l’individuo è il risultato della totale esperienza, conoscenza e comportamento dell’uomo. Ciascuno di noi è il depositario di tutto il passato. L’individuo è l’umano che è tutta l’umanità. L’intera storia dell’uomo è scritta in noi stessi..."
Jiddu Krishnamurti nacque l’11 maggio 1895 da una devota famiglia di Madanapalle, una cittadina dell’Andhra Pradesh, in India.
Da ragazzo venne adottato dalla dottoressa Annie Besant, presidente della Società Teosofica che aveva la sua sede internazionale a Madras. La Besant e altri proclamarono che Krishnamurti doveva essere il Maestro del Mondo, di cui la Società Teosofica aveva predetto la venuta. Un Maestro del Mondo, secondo varie scritture, si manifesta di tanto in tanto in forma umana per salvare l’umanità. Per preparare il mondo all’arrivo di questo Maestro, fu fondata un’organizzazione a livello mondiale che, con il nome di Ordine della Stella d’Oriente, si formò sotto l’egida della Società Teosofica e il giovane Krishnamurti ne fu messo a capo. Nel 1929, però, Krishnamurti rinunciò al ruolo che gli era stato assegnato e sciolse l’Ordine della Stella che contava migliaia di seguaci, restituendo tutto il denaro e le proprietà che erano state donate per questo lavoro. Da allora, per quasi sessant’anni, fino alla sua morte che avvenne il 17 febbraio 1986, egli viaggiò in tutto il mondo parlando alla gente della necessità di un radicale cambiamento degli esseri umani.
Krishnamurti è considerato in tutto il mondo come uno dei più grandi pensatori e maestri religiosi di tutti i tempi. Egli non teorizzò nessuna filosofia o religione, parlò piuttosto di cose che riguardano tutti noi nella nostra vita quotidiana, dei problemi del vivere in una moderna società con tutta la sua violenza e corruzione, della ricerca individuale di sicurezza e felicità e della necessità per gli esseri umani di liberarsi dal peso interiore della paura, della rabbia, delle offese, del dolore e così via. Egli chiarì con grande precisione il sottile lavorìo della mente umana e sottolineò la necessità che nella nostra vita quotidiana si realizzi una profonda qualità meditativa e religiosa. Krishnamurti non apparteneva a nessuna religione, setta o nazione e non era schierato con nessuna scuola di pensiero politico o ideologico; sosteneva che proprio questi sono i fattori che dividono gli esseri umani portando conflitto e guerra. Egli ricordava continuamente che siamo tutti esseri umani e non indù, musulmani o cristiani, che non siamo diversi dal resto dell’umanità. Raccomandava di camminare con leggerezza su questa terra, senza distruggere noi stessi e l’ambiente; comunicava a tutti un profondo senso di rispetto per la natura e tutto il creato. I suoi insegnamenti trascendono tutti i limiti creati dall’uomo e dai credi religiosi, dai sentimenti nazionalistici e dalle posizioni settarie e, allo stesso tempo, danno un nuovo significato e una nuova direzione alla ricerca umana della verità o di Dio. I suoi insegnamenti, quindi, non solo si addicono all’epoca moderna ma sono universali e senza tempo.
Krishnamurti non parlava da guru ma da amico e i suoi discorsi e discussioni non erano basati su una conoscenza acquisita dai libri, ma su una profonda visione della mente umana e di ciò che è sacro. Il risultato è che egli comunicava sempre un senso di freschezza e precisione, nonostante il suo messaggio rimanesse immutato negli anni. Quando si rivolgeva ad un grande pubblico, ciascuno sentiva che Krishnamurti stava parlando a lui personalmente, riferendosi al suo problema particolare. Negli incontri privati era un maestro compas- sionevole che teneva per mano l’uomo o la donna che andavano da lui pieni di dolore e li aiutava a guarire attraverso la comprensione di se stessi. Studiosi religiosi e “sannyasis” sentirono che le sue parole gettavano una luce nuova sui concetti tradizionali. Krishnamurti raccolse la sfida di filosofi e scienziati moderni proceden- do con loro passo per passo, discutendo le loro teorie e mostrando loro i limiti di quelle teorie. Con i bambini delle scuole da lui fondate era serio ma anche giocoso, risvegliando le loro sensibili menti al vasto campo della vita.
Krishnamurti ha lasciato una grande quantità di letteratura, in forma di discorsi pubblici, risposte a domande, scritti, discussioni con insegnanti e studenti, con personalità della scienza e della religione, conversazioni private, interviste radiofoniche e televisive, lettere e così via. Molto di questo materiale è stato tradotto in libri e molto altro rimane ancora sotto forma di audio e video. Il modo migliore per capire i suoi insegnamenti è di rivolgersi direttamente a questi piuttosto che affidarsi a commentatori e interpreti. www.krishnamurti.it/jiddu.htm
Quando praticavo lo Yoga, ebbi occasione di leggere un suo libro...dal titolo " la fine del dolore" di non facile assimilazione, trovandolo molto RADICALE nel suo pensiero, oltretutto di non facile applicazione nella Vita reale e certamente credo che questo suo pensiero, gli derivi dalla sua educazione antroposofica, esoterica...e di questo mondo, preferisco starne alla larga, non mi compete, e contrario al mio credo Cristiano.
Preferendo maestri Indiani tipo, Gandhi, Tagore, Osho Rajeneesh, Paramahamsa Yogananda, SRI AUROBINDO, ecc. ciò non toglie, che ritenga interessante la Tua proposta, grazie come sempre, ciao un sorriso.
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Il nocciolo dell’insegnamento di Krishnamurti Krishnamurti Photo Il nocciolo dell’insegnamento di Krishnamurti Scritto da Krishnamurti nel 1980, su richiesta della sua biografa Mary Lutyens.
Il nocciolo dell’insegnamento di Krishnamurti è contenuto nella dichiarazione che fece nel 1929, quando disse: “La verità è una terra senza sentieri”. L’uomo non la può raggiungere attraverso alcuna organizzazione, alcun credo, alcun dogma, prete o rito; né tramite alcuna conoscenza filosofica o tecnica psicologica. Deve trovarla tramite lo specchio della relazione, tramite la comprensione dei contenuti della propria mente, attraverso l’osservazione e non con l’analisi intellettuale o una dissezione introspettiva.
L’uomo ha costruito dentro di sè delle immagini come barriera di sicurezza – immagini religiose, politiche e personali, che si manifestano come simboli, idee, credenze. Il fardello di queste immagini domina il pensiero dell’uomo, le sue relazioni e la sua vita quotidiana. Queste immagini sono la causa dei nostri problemi, in quanto dividono l’uomo dall’uomo. La sua percezione della vita è modellata dai concetti già stabiliti nella sua mente. Il contenuto della sua coscienza costituisce la sua intera esistenza. L’individualità è il nome, la forma, la cultura superficiale che egli acquisisce dalla tradizione e dall’ambiente. L’unicità dell`uomo non risiede nel superficiale ma in una completa libertà dal contenuto della sua coscienza, che è comune all’umanità intera. L’uomo non è quindi un individuo.
La libertà non è una reazione, non consiste nel poter scegliere. Siccome può scegliere, l`uomo crede di essere libero. La libertà è pura osservazione senza alcuna direzione, senza la paura legata a premi e punizioni. La libertà non ha motivazione; la libertà non è alla fine dell’evoluzione dell’uomo, ma sta nel primo passo della sua esistenza. Osservando, si comincia a scoprire la mancanza di libertà. La libertà va trovata nella consapevolezza senza scelta della nostra vita e delle nostre attività quotidiane.
Il pensiero è tempo; il pensiero nasce dall’esperienza e dalla conoscenza, che sono inseparabili dal tempo e dal passato. Il tempo è il nemico psicologico dell’uomo. Le nostre azioni si basano sulla conoscenza e quindi sul tempo, perciò l’uomo è sempre schiavo del passato. Il pensiero sarà sempre limitato e per questo viviamo in conflitto e lotta costanti. Non esiste l’evoluzione psicologica.
Quando l’uomo diventa consapevole del movimento dei propri pensieri, vede la divisione fra pensatore e pensiero, fra osservatore e osservato, fra colui che sperimenta e l’esperienza. Scopre che questa divisione è un’illusione. Solo allora c’è pura osservazione, che è insight senza alcuna ombra del passato o del tempo. Questo insight senza tempo produce una profonda e radicale mutazione nella mente. La negazione totale è l’essenza del positivo. Quando c’è la negazione di tutto quello che il pensiero ha generato psicologicamente, solo allora c’è amore, che è compassione e intelligenza.