Saluto Al Sole

- Lev Nikolaevic Tolstoj Scrittore russo (Jasnaja Poljana 1828 - ivi 1910) -

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CAT_IMG Posted on 23/10/2015, 09:31     +1   -1

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- Lev Nikolaevic Tolstoj
Scrittore russo (Jasnaja Poljana 1828 - ivi 1910) -


Il conte Lev Nikolaevic Tolstoj nasce nella tenuta di campagna di famiglia di Jasnaja Poljana nel 1828 e qui cresce, ben presto orfano di madre, insieme ai fratelli e alla sorella; la vita della campagna russa si apre a lui sin dall'infanzia. A quindici anni legge Voltaire e Rousseau; quest'ultimo esercita sul giovane Tolstoj una prolungata influenza. Per lungo tempo Tolstoj porterà al collo il medaglione del filosofo ginevrino. Nel 1847, dopo una bocciatura alla facoltà di lingue orientali e una svogliata frequentazione della facoltà di diritto, lascia l'università e si stabilisce a Jasnaja Poljana con l'intento di rendersi utile ai contadini. Ma, nel 1851, dopo quattro anni di tormenti e interrogativi sul senso della vita e insoddisfatto di quell'esperienza parte per il Caucaso e diventa sotto-tenente d'artiglieria: è qui che prende realmente inizio la sua attività letteraria.
Il Caucaso è all'epoca luogo di formazione e d'ispirazione per numerosi scrittori russi tra cui Lermontov alla cui prosa si avvicinano gli scritti di gioventù di Tolstoj, principalmente per le scene di guerra. L'annessione del Daghestan e della Cecenia all'Impero russo generano un conflitto con la popolazione locale, evento che l'autore descriverà nella novella I Cosacchi. A Sebastopoli durante la guerra di Crimea (in veste di comandante di divisione), si trova in uno dei più pericolosi posti della città assediata, attraente scenario da cui trae spunto un ciclo di racconti intitolato Racconti di Sebastopoli che tratta nuovamente il tema della guerra. Il modo di presentare le scene di battaglia tramite la caratterizzazione dei personaggi e di sottoporre l'intero conflitto alla lente della morale, sono una grande novità.

La prima opera pubblicata, Infanzia (1852), non ha nessun legame con il Caucaso né con la Crimea; Tolstoj racconta i ricordi d'infanzia, ripercorre scene di vita a Jasnaja Poljana. Spedisce la novella alla rivista "Sovremienik" ("Il Contemporaneo") e il direttore suo amico, il poeta Nekrasov, decide di pubblicarla subito. Da questa pubblicazione, presto seguita da Adolescenza (1854) e Giovinezza (1857), Tolstoj emerge tra gli scrittori più famosi dell'epoca. "Ecco un talento nuovo e certo", confida Nekrasov a Turgenev.

Questa trilogia va oltre la nostalgia per gli anni trascorsi, l'innocenza dell'infanzia, la freschezza delle percezioni: racchiude l'originalità delle opere postume dell'autore, principalmente l'inclinazione all'autoanalisi. Sin da giovane Tolstoj stabilisce un programma per lo sviluppo delle sue capacità intellettuali e morali con lo scopo di operare sempre verso il bene. A diciannove anni scrive un diario (che durerà tutta la vita, lungo migliaia di pagine) in cui analizza e critica ogni sua azione e riflessione.
Nonostante le profonde crisi che modificheranno a più riprese la sua evoluzione, l'utopia personale diventa presto chiara: soltanto il perfezionamento morale e individuale riesce a combattere il male e la menzogna, meglio di qualsiasi riforma sociale poiché la società corrompe l'uomo. Nel 1856, dopo aver spinto all'estremo questo paradosso, si avvicina a un gruppo di teorici dell'arte per l'arte; l'anno successivo visita la Svizzera, la Francia, la Spagna e scrive inoltre Lucerna, Alberto e tre Morti. Rimane colpito dalla democrazia che regna in Europa Occidentale facendo il confronto con la Russia, ma presto vede il rovescio della medaglia, i lati negativi del progresso. Il ritorno a Jasnaja Poljana avviene poco prima dell'emancipazione dei servi.


Nel racconto Il mattino d'un proprietario terriero (1856) il personaggio del giovane principe Nechljudov contiene molti tratti autobiografici; come l'autore abbandona l'università, trascorre le vacanze in campagna nel feudo familiare dove decide di stabilirsi per migliorare la vita dei contadini. Tuttavia, c'è un abisso che separa i contadini anche da un buon barin , un buon signore, e qui Tolstoj mostra una profonda conoscenza della campagna.
Per dieci anni, dal 1853 al 1863, si dedica alla più poetica delle sue opere I Cosacchi. Nella primavera del 1851, il protagonista Olenin, un giovane nobile profondamente insoddisfatto della propria vita, parte per il Caucaso. Tolstoj descrive la realtà di una cittadina cosacca con precisione quasi etnografica fino ad intesserla dell'esotismo tipico della maggior parte della letteratura orientale. Con Olenin che non riesce ad inserirsi in quel mondo che tanto lo affascina e che abbandona, Tolstoj inaugura una pleiade di personaggi instabili.

Nel 1859, Tolstoj è sull'orlo di una crisi: l'uscita di Felicità familiare, racconto dal titolo ironico in cui si azzarda ad esprimere il proprio ideale di vita tranquilla in campagna (dove crede possibile poter operare il bene), lo vede in realtà insoddisfatto a tal punto da affermare, il 9 ottobre: "Ora non valgo più nulla come scrittore. Non scrivo; non ho più scritto sin da Felicità familiare e temo che non scriverò più."
Si consacra così, dal 1859 al 1862, alla fondazione di una scuola per i figli dei contadini di Jasnaja Poljana.
Durante gli anni delle riforme contadine diventa giudice di pace e in svariate controversie svolge il ruolo di intermediario tra nobili e contadini.
Nel 1862 sposa Sonja Andreevna Bers; prima del matrimonio rischia di provocare una rottura facendole leggere il diario allo scopo di non nasconderle il suo passato amoroso. Più tardi, su consiglio del marito anche Sonia terrà un diario quasi esclusivamente dedicato alla loro relazione. I coniugi si mostrano a vicenda i rispettivi diari e Tolstoj prende nota delle annotazioni di lei. Nonostante una vita coniugale non proprio felice, Sonja Andreevna, resterà molto legata a Lev e alla propria famiglia e non esiterà a recarsi fino a Mosca presso lo Zar per perorare la sorte dei libri di Tolstoj sotto censura; lui rimane invece deluso dalla vita coniugale, la quale, implicando i concetti di proprietà e avidità contraddice la propria visione del mondo.

Guerra e Pace
Nel 1863, intraprende il lungo lavoro di Guerra e Pace che durerà sei anni (terminata nel 1869, l'opera viene pubblicata nel 1878).

Ispirazioni storiche
Quest'opera monumentale viene concepita durante la campagna di Sebastopoli in cui lo scrittore assiste alla disfatta delle truppe russe. L'interpretazione più evidente porta a vedere nella scelta dell'epoca un desiderio di riscatto sulla storia, cioè offrire alla Russia una vittoria sostitutiva della realtà, facendone risaltare il carattere popolare della lotta contro Napoleone. Tolstoj riesce ad imporre una nuova interpretazione del conflitto che racconta spesso il contrario delle testimonianze. Stando ad una prima versione l'idea era di scrivere una novella, I Decabristi, la cui azione si sarebbe svolta nel 1856 data in cui i Decabristi deportati tornano dalla Siberia. Successivamente il progetto iniziale viene abbandonato per raccontare sia l'elemento decisivo nella vita del protagonista Bezukov (l'insurrezione del 1825), sia della sua gioventù, che coincide con la guerra patriottica del 1812. Tolstoj preferisce cominciare il racconto dalla descrizione di una sconfitta: l'azione del romanzo prende il via nel 1805.

Reazioni e critiche
Guerra e Pace sfugge dalla solita classificazione: non è né un romanzo psicologico o storico, né una cronaca sociale o mondana; è tutto questo insieme. Appena uscito, provoca le reazioni più disparate; vengono mossi rimproveri alle inesattezza e lo stesso Zar trova che Tolstoj abbia confuso le vicende. La sua concezione di patriottismo ed eroismo non coincidono con quella dei veterani della guerra, che condannano il romanzo. Gli viene rimproverato di dominare male la forma e la critica progressista lo giudica severamente per il suo rifiuto dell'emancipazione della donna o per il suo amore per il passato. Lui dice che se in Guerra e Pace gli è molto piaciuta "l'idea del popolo", in Anna Karenina gli è cara "l'idea della famiglia"; questo non significa che Guerra e Pace non descriva delle scene di famiglia, né che la problematica di Anna Karenina sia puramente intimista.


Anna Karenina
Dieci anni separano le due opere (iniziata nel 1873, abbandonata nel 1874, ultimata appena nel 1877): non è più lo stesso Tolstoj, né la stessa Russia. Man mano che lo scrittore si dedica a questo romanzo, l'idea di partenza di una donna sposata che poi si perde, diventa sempre più vasta e profonda. Il personaggio più vicino a Tolstoj è Kostantin Levin, che come lui va a lavorare con i contadini e la tenuta di campagna assomiglia molto a Jasnaja Poljana. I protagonisti, Anna e Levin, quasi non s'incontrano, evolvono in spazi paralleli, il che permetterà alla critica di presumere "l'incapacità di costruire il soggetto", a cui Tolstoj risponderà: "Sono invece fiero di quest'architettura, le volte degli archi talora si saldano in modo tale da impedire la veduta del castello." Il romanzo viene accolto con gran successo dal pubblico, ma la reazione della critica, come per Guerra e Pace si fonda su un malinteso: prende il romanzo come un esempio di letteratura mondana, giudicandolo meno riuscito di altri libri di quel genere.

"Fuggire il mondo"
Negli anni '80 Tolstoj entra di nuovo in una grande crisi spirituale, che descriverà nella prosa La Confessione . Dichiara: «Ho completamente rotto con la vita del mio ambiente». In effetti si mette a lavorare la terra, rinuncia ai propri beni, reputando che il rinnovamento del mondo non possa avvenire che attraverso il lavoro manuale e individuale, predica la non- violenza e non lascia più Jasnaja Poljana. È il momento del Tolstoj evangelico e morale. Negli scritti di questo periodo la ricerca della verità occupa il primo posto: Padrone e Servo, La potenza delle tenebre (dramma in cinque atti), Che cos'è l'arte?, un gran numero di racconti popolari e di opere filosofico-morali: Qual è la mia fede (1888), I Vangeli(1890), La Chiesa e lo Stato (1891), Il regno di Dio è in noi (1894).

Nel 1886 completa il racconto breve La morte di Ivan Il'ic senza dubbio fra le narrazioni più riuscite di questo periodo. Proprio meditando sulla morte Tolstoj avverte tutta la futilità della propria esistenza. Egli rappresenta la sofferenza morale dell'uomo che vede il proprio lavoro, la famiglia, tutta la vita come un inganno

Nella Sonata a Kreutzer (1887-1889 pubblicato nel 1891) Tolstoj affronta il dramma di una famiglia ordinaria dove il matrimonio non è che una vaga imitazione dei veri sentimenti. Podnizicev e sua moglie non hanno alcun legame tra loro se non una mera sensualità. La gelosia di Podnizicev lo conduce al crimine: uccide la moglie. Qui viene rappresentata in tutta la sua contraddizione artistica l'aspirazione ad una vita ascetica, pura, che prédica il rifiuto se non l'odio dei corpi e l'irrinunciabile richiamo dei sensi.
Nella stessa atmosfera morale si inscrivono Il diavolo e Padre Sergio. L'eroe della prima opera, Irtneniev, agisce come la maggior parte delle persone del suo mondo: prima di sposare una donna del proprio ceto ha una relazione amorosa con una giovane contadina, Stepanide, e spera di cancellare il proprio passato. Ma Stepanide continua ad ossessionarlo come un'apparizione diabolica. Non può sbarazzarsene se non uccidendola o suicidandosi. In effetti il finale della novella conosce due versioni: nella prima si uccide, nella seconda assassina Stepanide.

Agli inizi degli anni '90 Tolstoj sente il bisogno di esprimere la nuova visione delle cose in un romanzo. Per diversi anni lavora a Resurrezione che uscirà nel 1899. A centro di quest'opera c'è la storia di una ragazza semplice, Katiuscia Maslova, sedotta e abbandonata dal nobile Nechliudov. Durante un fortuito incontro in tribunale dove lei è accusata di furto e omicidio, Nechliudov prova uno sconvolgimento che gli cambierà la vita. In una prima versione del romanzo Nechliudov avrebbe sposato Katiuscia, in quella definitiva ciascuno dei protagonisti va incontro al proprio destino: Katiuscia al seguito di un rivoluzionario deportato, Nechliudov nella lettura dei Vangeli. Tuttavia il 24 febbraio 1901 il Santo Sinodo russo scomunicherà Tolstoj come eretico ed ateo.

In una delle ultime opere Chadzi-Murat (1896-1904) che vedrà la luce
postuma nel 1912 ritorna ai ricordi del Caucaso. La sua ricerca della verità lo induce a fuggire dalla casa e dalla moglie e a prendere il treno nell'intenzione di partire per il Caucaso, ma cade gravemente malato e muore in una stazione di campagna ad Astopovo il 7 novembre 1910. I suoi funerali si trasformarono in un manifestazione nazionale a cui accorreranno decine di migliaia di persone giunte da tutto il Paese.

L'influenza di Tolstoj non solo come scrittore, ma come pensatore sarà immensa. Comunità di "tolstoiani" si formarono allo scopo di vivere secondo i suoi precetti (ma saranno violentemente dispersi dopo la rivoluzione). Resta tuttora uno degli autori più letti al mondo e ogni generazione che sorge gli offre la sua schiera nutrita di affezionati lettori.

A cura di Dori Agrosì e Alfio Squillaci

FONTE : La Frusta Letteraria - Rivista di critica culturale on line -

 
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