E’ un luogo molto ampio dove non si vede e non si sente nulla. “L’uomo” che lo affronta sa che sta per fare un’esperienza unica. Incomincia a vagare, lo sguardo si sposta dalla terra ai cieli e guardando in lontananza dove sembra che ci sia una linea di confine, lì terra e cielo sembrano congiungersi, formando colori diversi. L’essere non parla, la sua voce resta muta..(non potrebbe, anche se vorrebbe), quindi mentre vaga e va avanti ecco che incomincia a parlare “interiormente”. Si pone domande su ciò che lo circonda e lo affascina, in lui c’è anche un po’ di timore per il fatto di essere solo, e non si accorge che durante il tempo che scorre, mentre guarda e si parla, ecco che sta scavando nel proprio inconscio. Lì dove c’è l’anima, dove dovrebbe esserci scritto il proprio destino, dove ci sono situazioni e avvenimenti accaduti nel passato e che erano state rimosse o nascoste dalla mente.
Cammina cammina, ogni tanto l’essere si volta indietro, come se si aspettasse di vedere qualcosa o qualcuno. Questo non dovrebbe avere senso, invece ne ha! Si, perché quando noi guardiamo indietro non è per la ricerca visuale, ma perché vorremmo cancellare dalla nostra profondità tutto ciò che ha inquinato e quindi modificato un destino già scritto. Spetta a noi accettare gli avvenimenti e di non cercare di modellare un vaso già modellato. Se ciò avvenisse tutto sarebbe più facile e la vita scorrerebbe come quelle acque che sfociano in mare. Purtroppo queste acque, prima di arrivare alla meta dove si congiungono insieme alle altre per poi riposare in quel bacino che è il mare, durante la loro scesa incontrano sul proprio cammino tanti ostacoli: (ciottoli massi tronchi e quant’altro). Ciò nonostante non impediscono alle acque di scivolarci sopra e continuare per “la propria strada”; anche se nel frattempo quelle acque non sono più limpide come e quando sono nate, da quei monti che rappresentano l’altura, la durezza e il fascino della creazione, dove la vetta più alta è quella che attira di più e dove come il deserto anche lì non c’è nessuno, solo il congiungersi con i cieli. Formando quei colori e quello stato di essere che noi tutti siamo alla ricerca: la pace.