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| CARE AMICHE
MI SPIACE...MA CON QUELLO CHE STA ACCADENDO PURTROPPO...IN ITALIA, CREDO CHE NON POSSIAMO ESSERNE ORGOGLIOSI....E CHE NON VI SIA ATTUALMENTE NULLA DA FESTEGGIARE TIPO, LA FESTA DELLA LIBERAZIONE...VI LASCIO QUESTO ARTICOLO DELLA STAMPA...GIORNALE DEL PIEMONTE, COSI COMPRENDERETE LE MIE, CREDO LECITE, MOTIVAZIONI....MA LA NOTIZIA, NON RIGUARDA IL PASSATO...MA E' DI IERI...
LASCIO A VOI OGNI LECITA CONSIDERAZIONE NEL MERITO, GRAZIE DI CUORE E DELLA VOSTRA COMPRENSIONE, CIAO DA CLAUDIO KISSSS!!
Ogni anno in Italia 7 mila persone arrestate e poi giudicate innocenti Il garante dei detenuti: ridurre le misure di custodia cautelare. Gli avvocati: separare le carriere di giudici e pubblici ministeri
630 milioni. La cifra pagata dal 1992 dal ministero del Tesoro per indennizzi da ingiusta detenzione. L’anno scorso sono stati 36 milioni
24/04/2016 andrea malaguti ROMA
«Credevano che fossi il Padrino e non un uomo perbene. Così in attesa dei processi ho fatto 23 giorni di galera e un anno e mezzo ai domiciliari. Dopo di che mi hanno assolto con formula piena in primo grado, in appello e in cassazione. Eppure non è finita».
Secondo la Procura di Palermo, Francesco Lena, ottantenne imprenditore di San Giuseppe Jato, titolare dello spettacolare relais Abbazia di Sant’Anastasia nel parco delle Madonie, era un prestanome di Bernardo Provenzano. Così cinque anni e mezzo fa, all’alba, le forze dell’ordine hanno bussato alla sua porta: «Venga con noi». «È per il permesso di soggiorno del ragazzo che sto assumendo?». «No, mafia». La moglie è sbiancata, lui si è sentito mancare e il suo mondo è andato in pezzi.
Che cosa è successo da quel momento in avanti? «Mi hanno massacrato, trattandomi come il colletto bianco della cosca dell’Uditore e io l’Uditore non so neanche dove sia». Gogna mediatica e custodia cautelare in attesa di tre gradi di giudizio che avrebbero stabilito la sua innocenza, un destino paradossalmente non insolito. «Ogni anno settemila italiani vengono incarcerati o costretti ai domiciliari e poi assolti. Una parte di questi si rivale contro lo Stato, che mediamente riconosce l’indennizzo a una vittima su quattro», spiega l’avvocato Gabriele Magno, presidente dell’associazione nazionale vittime degli errori giudiziari «Articolo643».
Lo Stato sbaglia, dunque. E sbaglia tanto. Almeno a guardare i numeri del ministero della Giustizia. Dal 1992 il Tesoro ha pagato 630 milioni di euro per indennizzare quasi 25 mila vittime di ingiusta detenzione, 36 milioni li ha versati nel 2015 e altri 11 nei primi tre mesi del 2016.
E se la politica - come ha fatto il presidente del Consiglio Matteo Renzi - non rilanciasse il tema ambiguo dei «25 anni di barbarie giustizialiste» (parla alle procure, ai media, ai suoi colleghi o a tutti e tre?) e la magistratura non sostenesse - coma ha fatto il presidente dell’Anm Piercamillo Davigo - che «la presunzione di innocenza è un fatto interno al processo e non c’entra nulla con i rapporti sociali e politici» e che «i politici rubano più di prima solo che adesso non si vergognano più», sarebbe più facile capire se questi numeri siano la fotografia di una debolezza fisiologica del sistema o una sua imperdonabile patologia.
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